Migliori Droni Subacquei per riprese sott’acqua
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Chi ha scoperto i droni solo di recente e li associa esclusivamente all’elemento dell’aria e all’attività del volo, potrebbe restare perplesso, ma ma esistono anche droni che preferiscono navigare sul pelo o sott’acqua. In realtà i droni subacquei esistono già da decenni (risalgono al secondo dopoguerra) e vengono tecnicamente chiamati ROV, che sta per Remotely Operated Vehicle, ossia “veicolo manovrato da remoto”, che evidentemente tradisce un terreno comune con UAV (Unmanned Aerial Vehicle), che è il termine con cui ci siamo abituati a chiamare i droni più di recente.
Insomma, in principio il concetto è lo stesso: si tratta sempre di dispositivi senza pilota a bordo e pilotati quindi a distanza. Dal punto di vista tecnico, però, parliamo di dispositivi molto diversi rispetto ai droni volanti, perché devono muoversi in un ambiente che richiede abilità differenti.
Come sono i droni marini
Secondo la più diffusa categorizzazione gli UUV (Unmanned Underwater Vehicles) si dividono in:
- AUV (Autonomous Underwater Vehicles), ossia droni in grado di compiere delle missioni autonome eseguendo dei compiti pre-programmati, come ad esempio il monitoraggio di fondali marini;
- UPV (Underwater Propulsion Vehicles), che non sono altro che gli scooter subacquei che usano i sub come ausilio per gli spostamenti;
- ROV (Remotely Operated Vehicle) ossia i droni marini al centro di questo articolo.
A proposito, anche se per comodità vengono chiamati droni “marini” (che poi per l’esattezza sarebbero droni “sotto-marini”), questi dispositivi non fanno differenza nel caso di acqua salata o dolce, ciò significa che si possono usare in piscina, in un fiume, in un lago e ovviamente nel mare. L’ambiente in cui operano è caratterizzato dall’elemento dell’acqua, che per alcuni versi è un fattore favorevole rispetto all’aria, ad esempio se pensiamo che i droni volanti possono precipitare e cadere a terra, andando in frantumi a causa della forza di gravità, ma può anche complicare altre cose, come ad esempio la trasmissione dei dati dei comandi o le riprese video, in quanto le comuni onde radio, che così bene viaggiano nell’etere, fanno invece fatica a propagarsi nell’acqua. Operando spesso a diverse decine di metri al di sotto del livello del mare, i droni subacquei devono fare a meno del segnale GPS, salvo quando tornano in superficie.
Il cavo
Ecco perché, salvo rari casi che impongono missioni a poca distanza dalla base o dal pilota in superficie, i droni subacquei sono spesso caratterizzati da un lungo cavo (tether) che li collega alla postazione emersa (che può essere fissa, ad esempio a terra lungo un molo poco distante, o mobile come ad esempio su una barca o una apposita boa) e funge da canale fisico per la trasmissione dei dati da e verso il drone, ma a seconda dei modelli può anche agire come cavo della corrente per alimentare i motori del drone con l’energia elettrica.
Il cavo, proprio come nei droni volanti con cavo di vincolo, svolge però una doppia importante funzione di sicurezza:
- da un lato il drone non può allontanarsi di una distanza superiore alla lunghezza del cavo (effetto guinzaglio)
- dall’altro il drone può essere sempre recuperato anche nel caso di problemi tecnici imprevisti che determinino la sua mancata risposta ai comandi o il suo arresto.
Profondità di immersione
A seconda dell’uso che si desidera svolgere, va considerato il limite di profondità massima raggiungibile dal drone subacqueo, che non necessariamente coincide con la lunghezza massima del cavo in dotazione (può essere superiore o anche inferiore). Ovviamente i modelli in grado di raggiungere le profondità più elevate sono a tutti gli effetti droni pensati per uso professionale (ad esempio ricerca scientifica sottomarina, ispezione di navi, recupero di oggetti preziosi da relitti, etc) e hanno costi sostenuti che ammontano a diverse migliaia di euro.
La luce
Un altro aspetto che sott’acqua è molto diverso consiste nella luminosità. Se un drone tradizionale può rischiare di ritrovarsi accecato da albe e tramonti, un drone subacqueo ha invece il problema opposto, ossia illuminare a dovere quello che si trova davanti agli occhi, in modo che la telecamera possa registrarlo con tutti più precisione e dettagli possibile.
Ovviamente la necessità di luce aumenta a seconda di quanto siamo in profondità: se stiamo girando delle riprese subacquee in piscina, sarà sufficiente una lampada a led poco potente, mentre per esplorare fondali posizionati a decine di metri di profondità servono almeno o due fari in grado di generare molti lumen, non solo per girare i video sott’acqua, ma anche per far luce sull’ambiente circostante e capire come muoversi in sicurezza.
La batteria
La potenza dei faretti influisce direttamente sulla durata della batteria, un elemento che nei droni sottomarini, per motivi di isolamento delle componenti interne dall’acqua, generalmente non è intercambiabile e facilmente accessibile dall’esterno. Come detto, però, alcuni modelli sono in grado di di sfruttare il cavo di collegamento con l’esterno per alimentare o ricaricare il drone.
Memoria
La necessità di chiudere le componenti elettroniche in compartimenti stagni influisce anche sulla tecnologia di archiviazione dei dati. Il drone può essere provvisto di uno storage interno da diversi giga oppure può essere pensato solo per trasmettere le video delle riprese sottomarine alla stazione di superficie, che penserà al salvataggio. Grazie a degli scompartimenti protetti, i modelli più recenti hanno anche uno slot per Micro SD Card solitamente posizionato sul dorso del ROV.
Camera
Qui nessuna sorpresa. Trattandosi di modelli generalmente costosi, i droni subacquei sono attrezzati con videocamere di buona qualità. Video in 4k per i modelli consumer e anche molto di più per quelli professionali.
Accessori
In molti casi i droni subacquei possono alloggiare dei componenti aggiuntivi come action cam, bracci robotici, etc.
Prezzo
Come abbiamo già detto anche nell’articolo sui prezzi di riferimento dei vari droni, i droni subacquei professionali hanno costi che partono dai 5 mila euro e non hanno limite, anche in virtù della pletora di componenti aggiuntivi che possono ospitare, mentre i modelli consumer usciti più di recente, salvo qualche mini sottomarino che è poco più di un giocattolo e si riesce a trovare anche entro i 200 euro, richiedono cifre comprese tra i 1000 e i 2000 euro, quindi ben superiori rispetto ai “droni volanti”. Vediamo quali sono i migliori modelli in questa categoria.
Migliori Droni sottomarini
Mariana – ThorRobotics
Poco più di un giocattolo, adatto più a soddisfare (in modo peraltro superficiale) la curiosità dei bambini che ad offrire riprese sottomarine di qualità. Il prezzo di questo underwater drone lo rende comunque una possibilità per chi vuole solo capire se è davvero interessato all’esplorazione degli ambienti sottomarini.
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