Furti Hi-Tech, arrestata la “banda dei droni” a Lissone
Abbiamo più volte parlato dell’utilità dei droni per attività di video sorveglianza. Tempo fa abbiamo visto, per esempio, come una compagnia ferroviaria polacca li avesse usati con successo per sventare i furti di carbone dai treni merci.
I droni, però, ascoltano solo i loro piloti, e così capita che possano essere usati anche dai ladri, allo scopo di perlustrare a distanza una villa o un appartamento prima di entrare in azione.
È stato nel corso di un normale controllo stradale da parte dei carabinieri di Desio per le vie di Lissone, vicino Monza, che i tre uomini fermati, un italiano di 45 anni, un venezuelano di 28 e un peruviano di 27, hanno tradito nervosismo, insospettendo i militari che hanno deciso di perquisire l’auto.
All’interno dell’Opel Astra su cui viaggiavano, è stata trovata una pistola Beretta calibro 7,65 completa di caricatore con 8 colpi, oltre a una radio ricetrasmittente, un tirapugni, un coltello, attrezzi da scasso, maschere, guanti da lavoro, uno zaino, cappellini, cavi di acciaio, borsoni e quant’altro. È dalle perquisizioni delle abitazioni dei tre, però, che le forze dell’ordine hanno sequestrato armi e dotazioni hi-tech di ogni tipo, come ad esempio radio ricetrasmittenti, disturbatori di frequenza, navigatori satellitari, computer, telecamere ad alta definizione e, soprattutto, due esacotteri.
Grazie a questi avanzati strumenti tecnologici, i ladri erano in grado di verificare la presenza di persone e di impianti di sicurezza negli immobili che avevano scelto come obiettivo, pianificando le loro azioni criminali con massima cura.
Ora che sono in mano alle forze dell’ordine, però, i droni agiranno come dei “pentiti”, rivelando agli inquirenti, attraverso le riprese aeree che hanno filmato, tutti i dettagli delle operazioni della banda.