Droni e Remote ID: Cos’è e Come funziona l’Identificazione Remota
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Quando venne menzionato le prime volte qualche anno fa nelle bozze dei regolamenti sui droni di vari Paesi, furono pochi quelli che si accorsero del termine “Remote ID”. Negli ultimi tempi però questa espressione ha ripreso a circolare e ora diventerà sempre più comune, perché direttamente o indirettamente entrerà a far parte della quotidianità di un numero sempre maggiore di piloti.
Vale allora la pena fare un riepilogo di quello che sappiamo sul Remote ID, con un focus sulle implicazioni normative e tecnologiche di questo sistema.
Cos’è il Remote ID?
La remote ID, che sta per “remote identification” e quindi per “identificazione remota” in italiano, è un sistema che permette ai droni di trasmettere informazioni sulla sua identità e sulla sua posizione. In questo modo un sistema di gestione del traffico aereo può identificare i droni attivi in un determinato spazio aereo e, in base al loro codice identificativo, risalire ad altre informazioni, come ad esempio l’operatore che lo ha registrato e alcuni suoi dati. Queste informazioni possono essere ricevute a diversi livelli da altri utenti dello spazio aereo, inclusi altri piloti, autorità e utenti generici.
Possiamo considerare la funzione remote ID come una specie di “targa” dei droni.
Come funziona
Il sistema di identificazione remota, che a livello normativo presenta peculiarità diverse a seconda della nazione in cui è in vigore, si basa su uno schema comune molto semplice, che coinvolge questi elementi:
- un drone
- un pilota
- un numero identificativo
- un modulo di trasmissione a bordo del drone
- un sistema per la gestione del traffico aereo dei droni
- una piattaforma che mette tutto insieme
Il modulo per questa specifica trasmissione, può trovarsi a bordo del drone a livello nativo oppure può essere aggiunto separatamente (ovviamente verificando gli effetti sul peso complessivo dell’UAS e le eventuali conseguenze sul piano normativo).
Al momento i droni sotto i 250 grammi di peso, quindi in Europa parliamo in sostanza dei droni Classe C0, sono esenti dalla funzione Remote ID.
Tappe del Remote ID
- 20/06/2023 – L’identificazione remota per i droni entra in vigore in Giappone per tutti i droni che pesano oltre 100 grammi (link al sito ufficiale del Ministero del Territorio, delle Infrastrutture, dei Trasporti e del Turismo nipponico);
- 16/09/2023 – La Remote ID sarebbe dovuto entrare in vigore negli Stati Uniti (link al sito della Federal Aviation Administration), ma poi è stato rimandato a fine marzo 2024;
- 01/01/2024 – Il sistema di remote ID entra in vigore nei Paesi che sono membri dell’EASA (link all’infografica EASA);
App per Remote ID
In seguito all’entrata in servizio del Remote ID per i droni, si diffonderanno sempre di più delle piattaforme sulle quali gli utenti, a seconda della loro natura, avranno accesso parziale o totale all’insieme di informazioni connesse alla remote id. Ad esempio un utente registrato di livello base, ad esempio il classico pilota che vola per divertimento, potrà accedere ad alcuni dati, mentre aziende ed autorità avranno maggiori livelli di accesso ai dati.
Tra queste app, ancora poche e poco elaborate visti anche i ritardi con cui viene attuata la normativa, troviamo Air Sentinel e Drone Scanner.