Droni contro i diamanti insanguinati in Guinea Occidentale
La U.S. Geological Survey (USGS) e la U.S. Agency for International Development (USAID) hanno messo un Phantom 1 a disposizione del governo della Guinea Occidentale per aiutarlo a tenere sotto controllo il flusso di diamanti, nella speranza di porre fine al traffico di diamanti insanguinati (blood diamonds) così chiamati perché il ricavato della loro vendita finanzia le guerre civili che colpiscono diverse nazioni africane come Sierra Leone, Liberia e Angola.
Il drone, dotato di videocamera ad alta risoluzione, è in grado creare mappe e modelli di elevazione, monitorando attentamente le condizioni estrattive in 7 siti minerari del paese. Il drone non fornirà solo immagini aeree e mappe, ma anche indicazioni sui livelli di ghiaia estratta e sul possibile cambiamento del colore dei corsi d’acqua, tutte informazioni che renderanno possibile individuare i siti attivi.
La possibilità di mappare un intero sito da uno o due campi è particolarmente vantaggiosa per la ricerca mineraria, dal momento che spesso i siti si trovano in aree remote, estremamente vaste e difficilmente raggiungibili a causa della mancanza di strade o del terreno scosceso. Usando il quadricottero, il team di ricerca è riuscito a svolgere un controllo in meno di un’ora.
Inoltre, il drone messo a disposizione dagli USA permette al team di supportare il Kimberley Process, iniziativa internazionale che ha il compito di porre fine al flusso in uscita di diamanti insanguinati, che ancora in grande quantità, specie nei siti minerari più piccoli, spariscono subito dopo l’estrazione, per finire contrabbandati nel mercato nero.