Droneporti: in Ruanda il primo aeroporto per droni del mondo

Che nome dareste a un aeroporto per droni? Se pensate che si tratti di una domanda inutile da porsi, dovete sapere che in realtà è più significativa che mai, perché l’architetto inglese Lord Norman Foster ha presentato un progetto per la realizzazione, in Ruanda, del primo “droneporto” del mondo.

In realtà, il progetto dell’architetto, famoso per aver realizzato edifici come il Gherkin a Londra, prevede di realizzare ben 3 droneporti entro il 2020, allo scopo di trasportare via drone forniture mediche e componenti elettroniche nelle più remote zone dell’Africa Orientale.

droneporto in ruanda

La rivoluzione dei droneporti

Entro il 2050 in Africa vivranno oltre 2 miliardi di persone, come possono le loro attuali infrastrutture pensare di tenere il passo di questa espansione demografica?” ha detto Lord Foster. In Africa non esistono strade continentali, quasi non ci sono gallerie e il numero di ponti è insufficiente a collegare le tante persone che vivono nelle aree più remote del paese. L’ammodernamento delle infrastrutture richiederebbe troppo tempo e troppi soldi, per questo è nata l’idea risolutiva dei droneporti e dei droni cargo, che trasporteranno oggetti di prima necessità da una parte all’altra del paese.

Il progetto, che coinvolge lo studio di architettura Foster + Partner, l’università svizzera École Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL) e l’associata Afrotech, prevede la realizzazione nei prossimi 4 anni di 3 droneporti, ognuno dei quali gestirà due reti parallele di droni.

droni blueline e redline in ruandaI droni Redline avranno un’apertura alare di 3 metri e saranno in grado di consegnare forniture mediche e di emergenza (ad esempio farmaci e sacche di sangue per le trasfusioni) fino a 10 chili di peso. I droni commerciali Blueline, invece, possono trasportare oggetti più pesanti, come ad esempio prodotti elettronici, fino a 100 chili. Ma non stiamo parlando di elettrodomestici, bensì di componenti elettroniche di prima necessità, come ad esempio un nuovo motore per la pompa idraulica che permette a un villaggio di avere acqua a disposizione. “Un drone può effettuare la consegna in circa 1/12esimo del tempo richiesto dal trasporto con il fuoristrada“, ha dichiarato Lord Foster.

Non solo dei centri di smistamento

Ma i droneporti non saranno solo uno snodo di prodotti necessari, perché queste strutture, che avranno la forma di volte di mattoni in fila, ospiteranno anche una clinica, un punto di produzione digital per fabbricare parti dei droni, una sala postale, e un centro di scambio e-commerce.

in ruanda il primo droneporto del mondo

Secondo le stime mostrate nel progetto, i 3 droneporti permetteranno di coprire il 44% del territorio del Ruanda, il cui scenario geografico rappresenta un ottimo test in vista dei simili progetti che Lord Foster è sicuro verranno realizzati in futuro.

statistiche di copertura dei droneporti

Secondo l’architetto, i drone porti diventeranno comuni come le piattaforme petrolifere, ed esistono già dei progetti per espandere queste soluzioni nei paesi vicini, ad esempio nella Repubblica Democratica del Congo. “Questo progetto può avere un impatto massivo nel tempo e salvare vite immediatamente“, ha concluso Lord Foster.